domenica 12 maggio 2013

CAPITOLO 1 - NEW FANFICTION BY PATZIS MYLUST - HAPPY BIRTHDAY (ITALY)










"Happy birthday" di Patzis Mylust 

Un rumore lontano mi sveglia.
Perché? Sognavo un'aquila che mi trasportava in alto nel cielo azzurro, aveva due meravigliosi occhi verdi e russava…
Dissipo i fumi del sonno e resto in ascolto. Il rumore assordante mi sta trapanando la testa.
Chi cazzo ha chiamato i muratori proprio oggi, in casa mia?

Provo ad aprire un occhio, e non ci siamo proprio. 
Accanto a me c'è un uomo. Richiudo subito l'occhio.
No. Non va bene. Aquile con occhi verdi che russano, trapani in casa, uomini nudi nel letto. Cosa ho bevuto ieri sera? 
Riprovo, aprendo entrambi gli occhi stavolta.
L'uomo nudo ha due spalle enormi, un groviglio di capelli ricci e scuri in testa e all'orecchio ha un dilatatore.  Un tatuaggio che rappresenta un drago gli definisce la scapola sinistra, e la sua coda arriva fino a metà schiena. E' spaventoso, tanto l'uomo nudo che il drago.
Però… Cazzo, è buono come il pane. L'uomo intendo.
Ma chi diavolo è?
No, no, no, Bella. Non dovevi farlo.
Non si era detto: a casa non devi portare gli sconosciuti?
Però… E' un notevole sconosciuto. 
E infatti l'ho notato, sembra.
Il drago si muove nel sonno e mi incanto ad osservare meglio il disegno. E' fatto da un artista del tatoo. Ha le narici fumanti, arrabbiate. Sembra sul punto di spiccare un balzo e saltarti addosso. Mio Dio se è sexy.

E il trapano riprende a fracassarmi timpani, letto, casa.
Maledizione. 
Forse è la maledetta sveglia?

Cerco a tentoni sul comodino. Cadono a terra una decina di oggetti: chiavi, un portafoglio da uomo, un cellulare non mio, il mio reggiseno, l'abat-jour, una sveglia… Cazzo, la sveglia!
La recupero, ma non è lei a suonare.
Basta, basta, basta.
Qualcuno fermi la mia testa.
O la non sveglia.
O questo trapanatore del cazzo.

-Ehi, tu.- Sì, certo. E quando si sveglia, questo. Sta conciato peggio di me, mi sa.

Come cazzo si chiamerà? Gliel'avrò chiesto almeno il nome o manco quello, visto che non era un incontro di lavoro? O magari lo era e poi il discorso è… evoluto?
Lo sapevo che ieri sera non dovevo bere e tirare di canna contemporaneamente. E' già capitato, poi non capisco più un cazzo e mira che bei risultati.
Non dovevo ascoltare Rose.
E il brutto di tutta la situazione è che manco ricordo cosa è successo all'uscita dal locale. E se ne valeva la pena portarsi a casa il drago bruno.
A vederlo si direbbe di sì, ma… Le apparenze a volte ingannano.
Guarda me. Tutta lavoro e serietà. Una brava, intelligente, manco troppo, buona ragazza. Col vizietto di bere un po', farsi una canna ogni tanto, e poi… 
Oui? C'est moi.

-Senti, Bell'addormentato nel bosco, ora ti devi svegliare. Ehi?- Lo scuoto e lui mugugna. 
Il suo mugugnare con questa voce roca mi risveglia qualche pseudoricordo vago. 
C'erano gambe ovunque. Un po' più di quattro, forse. 
E fiumi di champagne. Forse era lo champagne ad aumentare il numero di gambe. Spero.
Eppure sembravano sei. L'alcool le dovrebbe raddoppiare.
E poi ricordo tanti colori sgargianti. Blu, rosso, nero...
Meglio non farsi troppe domande.

-Svegliati, su!- Lo spingo con i piedi e il dragone si aggrappa alle lenzuola, poi, girandosi, cade dal letto. Stavolta il mugugno diventa un suono più simile a delle parole.

-E che cazzo di modi, dolcezza! Basta chiedere per favore, no?

E il trapano ricomincia il suo concerto.

-Rispondi a 'sto telefono prima che impazzisco e te lo lancio dalla finestra.

-Non è il mio. Sarà il tuo. Mica tengo 'sta roba come suoneria, io.

Roba? Suoneria? Il trapano che sento è la mia suoneria? 
-Allora aiutami a cercarlo. Guarda che casino. Ma sei sempre così disordinato, tu?

Chi mi ha messo una suoneria così? Sembra proprio un trapano. 
Ed è proprio la mattina giusta per sentire un trapano al risveglio.

-Io? Bellezza, questa è casa tua. Io sono molto attento e ordinato dal giovedì alla domenica. Poi dal lunedì al mercoledì, tutta vita. Te l'ho detto ieri sera… Non ti ricordi un cazzo, eh? 
Vado a buttarmi sotto la doccia. Puzzo come un animale.- Dice, odorandosi le ascelle.
E mi lascia lì, dandomi la schiena e… ipnotizzandomi.
Sotto al drago c'è un culo.
Cazzo che culo che c'ha questo.
Gliel'ha disegnato Giotto?
E che drago… Peccato non riuscire a ricordarmi se stanotte sputava fuoco così bene come sembrerebbe saper fare...

Quando mi riscuoto, continuo a cercare il trapano, rovistando tra lenzuola, scarpe e indumenti che giacciono a terra.
Chi riesce a trovare qualcosa qui in mezzo è bravo davvero. Sembra sia scoppiata una bomba. 
Una bomba colorata in realtà, perché ci sono tracce di colore sulle lenzuola e anche sulla mia pelle, ora che ci faccio caso. C'è del nero, soprattutto nero, ma anche rosso e blu...
E forse doveva trattarsi di una bomba-gas-colorata, perché c'è anche un tale odoraccio... Sesso, fumo, sudore, e chissà che altro. 
Nel frattempo il trapano è di nuovo in pausa. Non lo troverò mai. 
E davvero non ricordo proprio un fico secco.
Mi serve un caffè.
Mi avvio barcollando in cucina, e oltrepassando la porta scivolo su una camicia azzurra da uomo, finendo con il culo per terra.
Merda. 

-Buongiorno!- Mi dice qualcuno, dalla sala.

-Ciao.- Rispondo atona, perché in fondo sono una ragazza educata, tirando su la camicia e scoprendo sotto di essa… il trapano maledetto. Lo spengo inviperita.

-Tutto bene?- Mi chiede l'uomo della sala.

-Sì, sì. Grazie. Ogni tanto mi diverto a scivolare sulle camicie, soprattutto al mattino.

Mi alzo fingendo indifferenza e proseguo impettita, arrivando davanti al frigo e aprendolo per prendere il succo d'arancia.
Mentre sono con la testa nel frigo, forse complice il fresco, mi viene un barlume di consapevolezza.
Le altre due gambe!
Richiudo il frigo lentamente e alzo gli occhi sull'uomo del buongiorno.
Porco mondo! L'orrido puffo!
Ha la faccia tutta blu!

-Scusa… Tu saresti?

Ride come un matto.
-Spiderman! Non ti ricordi? Batman, Spiderman e Catwoman, ieri sera, al club. Ci abbiamo dato giù, eh?

Oddio. 
Ci abbiamo dato giù forte, mi sa, porco cazzo.
Cerco di sorridere ma devo avere una emiparesi facciale, perché un lato del viso non mi si muove e l'altro va a scatti. Forse mi sta venendo un ictus.
Mi sono portata a casa due, dico due, sconosciuti?
Un drago e… Avatar?
Però, anche il puffo-Avatar c'ha un fisichino che…
Ma perché non mi ricordo niente? Perché? Sono sicura che una bella serie di ricordi avrebbe aiutato il mio umore e pure il mio mal di testa, stamattina.

-Allora Catwoman, mi pare di capire che ti ci vuole un caffè. Aiuta il sorriso. Fa ritrovare il buonumore e la parola e, a volte, ma non sempre, e devo ancora capire perché, pure qualche ricordo.

Ho ancora la mano sulla maniglia del frigo, e sento che se non mi siedo crollo in terra. 
Lui mi vede con la coda dell'occhio e veloce come uno di quei cazzo di vampiri che, flash, fanno tutto in un lampo, mi viene a fianco e mi sorregge, avvicinandomi la sedia. 
Mi siedo.
-Non muoverti. Faccio il caffè e ti ci metto tanto di quello zucchero che ti rimetto in piedi, okay, baby?

Baby?
-Mi chiamo Isabe… Catwoman, …credo.

Ride di nuovo.
-Lo so come ti chiami, Catwoman. So chi sei. Chi non ti conosce, baby?

Oddio. Sono nei guai.
Lo sapevo:
Alcool + canne = guai.

-Senti. Visto che sai chi sono, è meglio parlar chiaro subito. Se volete del denaro, te e il tuo amico di là, in cambio del vostro silenzio… Sparatemi la cifra e facciamola finita, okay? 

Non ride più, sembra offeso.
-Piccola, non c'è nessun problema, d'accordo? Ci siamo divertiti. Moltissimo. Ma né tu, né noi vogliamo fare pubblicità alla cosa, quindi rilassati. 

-Non cercavate… Uno scoop da vendere a qualche paparazzo?

-L'unica cosa che darei volentieri e gratis ad un paparazzo è una carica di botte. Inoltre, se il nostro coach scoprisse cosa abbiamo fatto ieri sera e stanotte, probabilmente ci squalificherebbe a vita, anche se ieri era mercoledì.

Squalificarli a vita? Coach? Ma chi sono questi?
-Grazie.

-E di che? Grazie a te. Dell'ospitalità, del caffè. Del divertimento di stanotte, soprattutto… - Ammicca. 

Sparatemi. Ora.
Lui si guarda le braccia chiazzate di rosso e blu. 
-Uhmm, magari posso farmi una doccia?

Ne ho bisogno anche io. Gelata. Forse mi schiarirà le idee.
-Fa' pure...

-Non preoccuparti comunque. Appena quel morto di sonno torna tra i vivi leviamo le tende.

-E' sveglio. Sta facendo una doccia anche lui.

-Gli hai dato del disincrostante, per lavarsi? Mi sorprende che siate riusciti a dormire là dentro voi due, dopo tutto quello che abbiamo combinato stanotte… Io mi sono spostato di qua. Mi veniva da vomitare…

Da vomitare? E che cazzo abbiamo fatto?
Ma crepo piuttosto che ammettere che non mi ricordo una beatissima mazza.
Ed è un peccato, se la mazza, anzi le mazze, sono all'altezza del culo che ho visto poco fa. E di Spiderman mangia grammofoni.

-Beh, dai. Addirittura vomitare…

-No? Si vede che sei una tosta. Io non sono molto abituato a simili… pratiche. E' da poco che sono nel club. Sai, sono più un vecchio sano buon maschio scopatore tradizionale. Ogni posizione, ma giochini tranquilli e generalmente a due. Qualche volta sono andato con due donne, o tre. E' divertente. Ma con un altro uomo mai. A parte Emmett, ovviamente, che mi conosce bene e sa che non deve manco provare a toccarmi se no gli mollo due destri in successione.

Ma quanto parla questo? E manco riprende fiato. E poi urla. Perché urla?
Però quando tace e mi guarda…
Che occhi…
Che bocca…
Che petto…

-Emmett?- Chiedo, cercando di ricordare come cazzo si respira.

-Batman.

-Ah. Ora è tutto chiarissimo...

Mi porge il caffè e io lo tracanno come se da questo dipendesse la mia vita. 
Spero di svegliarmi e scoprire che è stato tutto un incubo.
Avremo almeno preso precauzioni?

-Avevate voi i preservativi?- Chiedo, seminascosta dalla tazza.

Mi guarda come fossi un'aliena. No, ti prego. Non dirmelo.

-Ma certo che no! Siamo più controllati dei soci del club, noi. Forniamo periodicamente i duplicati delle analisi che facciamo in squadra. Le tue chi le fornisce? La tua agente?

Club? Analisi? Squadra? La mia agente?
La mia agente. 
Rose. 
Il trapano. 
Di colpo, sono sveglissima.

-Ma che ore… -mi giro a guardare l'orologio sulla parete, il cuore a mille e gli occhi di fuori.
Cazzo, sarà furiosa.
Finisco il caffè e mi alzo a razzo.

-Sono in ritardo. Devo scappare. Mangiate, bevete, fate tutto quello che volete. E quando ve ne andate, tiratevi dietro la porta.

Corro nel bagno degli ospiti prima di Spiderman.
E mentre mi lascio scorrere addosso tutta l'acqua del mondo, rifletto.
Arrabbiata Rose per il mio ritardo?
Un cazzo!
Sono molto più arrabbiata io!

-Questa me la paghi, stronza figlia di puttana che non sei altro!- Sbraito nel telefono.

-Ciao, Bella. Sì anch'io sono contenta di sentirti.

-Mi hai data in pasto a due nerboruti primitivi, travestiti da supereroi!

-Fighi, eh? Mi piace quello scuro… E a te?

Roteo gli occhi al cielo. Ma è scema del tutto?
-Ma che me ne frega! Potevano essere due maniaci! Potevano essere ladri! Paparazzi travestiti!

-Lo erano?

-No.

-E allora di cosa ti lamenti?

Mi lamento che non mi ricordo un porco cazzo tronco in due!
-Tu non capisci qual è il punto. Sai chi sono?

-Sì. Cullen e Masen dei Dallas Cowboys. E comunque sai che il club garantisce per tut…

Cazzo.
-Due giocatori dei Cowboys?

-No. I nonni. 

-Cristo. Ecco perché hanno culi che parlano...

-Brava ragazza. Vedo che ti è tornato l'intuito giusto!

-Ma non ricordo niente! Ho scopato quei due fighi da sballo e non ricordo neanche un particolare!!! Uno solo!? E' una tragedia! Non dovevi farmi bere e passarmi quel cannone, accidenti a te!

-Noo! Isabella Swan, vuoi dirmi che non puoi raccontarmi nemmeno un particolare su Emmett Dragon Cullen?  E quindi non sai se la mazza è all'altezza del suo meravigliosamente incredibile culo?

-Ecco il punto.

-Trovati un'altra agente. Da oggi stesso.- E mi mette giù, offesissima.
Oggi va così. Di merda.

Venti minuti dopo, pronta, in ritardo di oltre mezz'ora, esco dal bagno.
Gesù.
Avatar-puffo-Spiderman credo Masen è girato di schiena e sta indossando la camicia.
Fasci di muscoli la attraversano in lungo e in largo. E' una pista d'atterraggio 'sta schiena, sacro culo!
E in mezzo, pronta a spiccare il volo, un'aquila gigante tatuata.
Davvero un bel compleanno ieri sera, Isabella Swan.
Grazie Rose.
E se mi ripassi una canna un'altra volta, te la ficco in quel bellissimo, delizioso, rotondo, culetto rosa che hai!

-Bella quell'aquila…

Lui si gira. 
-Grazie. Ma non è un'aquila. E' l'Uccello di Fuoco. Il mio soprannome.

Di bene in meglio.
Mi viene in mente il nome completo di questo dio greco.
Che ha una schiena da urlo.
Che mi guarda con due occhi che sembrano semafori accesi.
Che ha una testata di capelli assurdamente sconvolti e castano rossicci in cui vorrei solo affondare le mani per attirarmelo tra le cosce.
Mi daresti qualche ripetizione sulla lezione di stanotte?
No?
Hai ragione.
Isascema Swan ha appena fatto una deliziosa figura di merda con Edward Firebird Masen.

7 commenti:

  1. Yeeeeahhhhh!!!
    Ahahaha!! ma che bellezza .... nn vedo l'ora , questa nuova prospettiva mi attira parecchio!! x non dire Firebird... grande!!

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  2. Ahahahahahahahahahahahahahahahahaha!Tu sei diabolica!Stupenda,eccezionale,fantastica,intrigante...e porca!Se Rob la leggesse cascherebbe dalla sedia dal ridere.Bravissima amò.Bacio.

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  3. Ohhhh mi ci voleva proprio una vosa così! Sexy, con un pizzico di mistero e che ti fa scalpitare per leggere il capitolo successivo! Bravissima Cri! ( Cristina )

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  4. Ohhhh mi ci voleva proprio una vosa così! Sexy, con un pizzico di mistero e che ti fa scalpitare per leggere il capitolo successivo! Bravissima Cri! ( Cristina )

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  5. Che meraviglia! La magnifica scrittura accompagnata da una storia misteriosa e insolita...(questo terzetto fa un po' impressione, ma ci fidiamo di te!)
    Quando continuerai? Spero presto!!!
    Ciao, bravissima come sempre!

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  6. Stupendo, graffiante e moderno. Un inizio col botto che fa venir veramente voglia di sapere come prosegue la storia. Effettivamente fa venir voglia anche di provare cosa significhi passare una notte con quei due strafighi massicci da far paura, ... ma tengo una certa età e non so se riuscirei a reggere la situazione!!!
    Come solito sei bravissima in ogni contesto. Un abbraccio,
    Teresa

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