domenica 12 maggio 2013

"PRONTO, BAMBINO?" A SIT-COM BY CAROLINE HAWKINS


PRONTO, BAMBINO?
“Tom, amico, guardami!”
Mi guarda, occhi negli occhi.
“Ok... sei come un fratello per me, lo sai, non c’è niente, NIENTE” scandisco “che non farei per te...”
“Certo, bro...”
“A parte questo”
“Eddai, Rob, è un’emergenza!”
“No, senti...”
“Preferisci il Met? Vuoi anche tu un costume darkpunk?”
Per un istante, solo uno, prendo seriamente in considerazione la sua proposta indecente.
“Ok no, però...”
“Andiamo, Tom!”
“Sienna! Sienna...”
Sienna capirà, sicuro.
“Rob, te la caverai benissimo”
“No! Nonononono! E no! Moriremo, Sienna, io farò esplodere qualcosa, e noi moriremo!”
Un filino melodrammatico, lo so...
“Robert...” quando pronuncia il mio nome per intero questa donna mi mette paura “Voi non morirete, e sai perché?” si avvicina e mi carezza il mento “Perché se al nostro ritorno Marlowe avrà anche solo un graffio non ti servirà a nulla essere morto, perché io ti resusciterò, ti torturerò, ti castrerò ed infine, forse, ti ucciderò. Sono stata abbastanza chiara, Robert?”
E no! Nononononoooooooooooo...
“Pronto, Bambino, come ti chiami?”
“Ehm... io... io mi chiamo... mm... Bob!”
“Ciao Bob, io sono Viola, cosa posso fare per te?”
“Ehm... io ho qui una bambina...”
“Oh... sei già in compagnia! Beh... non mi dispiace! Raccontami: cosa state facendo?”
“Lei... lei piange...”
“Oh... povera piccola! Sei stato cattivo con lei, Bob?”
“Ma no! No! Io non so cos’abbia davvero!”
“Magari vuole giocare”
“Abbiamo giocato, abbiamo giocato tutto il tempo!”
“Hai tanti giochi lì con te?”
“Ma sì, sì! Le ho mostrato la bambole, ho provato a farle tenere il ciuccio... davvero, ne sono sicuro, non vuole più giocattoli!”
“Oh... potresti...”
“L’ho fatta giocare, lavata, nutrita e...”
“La nostra amica è proprio incontentabile! Come l’hai sfamata?”
“Oh... le ho dato tutto, tutto quello che c’era, tutto quanto...”
“E lei ne vuole ancora?”
“Non lo so! Qui c’è il suo... quel coso... l’ho riscaldato...”
“L’hai riscaldato! E come?!”
“Ehm... con il microonde...?!”
“L’hai messo nel microonde?!”
“Sì e ho provato a darglielo ma lei l’ha sputato e ha iniziato a piangere e ora piange piange piange da non so più quanto tempo...”
Le urla di Marlowe si intensificano ed io sono costretto a rientrare in salotto.
“Senti, Bob, devo chiedertelo: sei un sadico? Perché vedi, io... non sono troppo a mio agio con un certo tipo di... pratiche... cioè ok... mi piace sperimentare, o non farei il lavoro che faccio, ma...”
“Cos..? Non credo di aver capito bene...”
“Ehi, Bob?! Ehi... un attimo! Questa... questa è una bambina?”
“Come dici?”
“Bob... SEI CON UNA BAMBINA?”
“Sì”
“Bob... SEI SUO PADRE?”
“No... sono un amico di suo padre... devo tenerla stasera ... loro sono fuori... io non volevo, l’ho detto che non sono capace ma... mi senti?”
Silenzio.
“Viola?”
Mi allontano un po’ da Marlowe.
“Viola, mi senti?”
E lei ride.
Ride, ride, ride almeno quanto la bambina piange.
“MA INSOMMA CHE RAZZA DI SERVIZIO DI ASSISTENZA E’ QUESTO?!” sbraito.
“Ahahah... tu che servizio credi di aver chiamato, Bob?”
“Il Pronto Bambino, no? Qui c’è scritto che... qui c’è scritto...”
“Sull’elenco è ben specificata la natura del nostro servizio”
“Avevo letto... qui c’è scritto...”
Coglione! C’è scritto coglione... ed io lo sono!
Mi abbatto esausto sul divano, Marlowe è ormai al livello pianto isterico incontrollabile...
Sono finito!
“Mi castrerà”
“Chi?”
“La madre della bambina, lei...”
“Calma, Bob... Dov’è il biberon?”
“E’ sul tavolo”
“Bene, prendilo.”
“Preso”
“Prova a sentire la temperatura del latte. Versane una goccia sul dorso della mano.”
“Fatto”
“Com’è?”
“Direi... tiepido”
“Perfetto, prova a darlo alla piccola”
“Aspetta... Ehi, ehi... Marl... Eccoci... guarda, guarda cos’ho qui...”
“Allora?”
“Sta bevendo!”
“Benissimo!”
Oh sì!
“Bene...”
“Hai una voce bellissima, Viola”
“Beh... sai... Anche tu”
“Grazie”
“Sei molto carino ad aiutare i tuoi amici”
“Mi hanno praticamente costretto”
Ride ancora.
Leggera, limpida e ... tiepida.
La sua risata ha un calore tenue, come quello del latte per un bambino o dell’acqua del bagnetto.
Per quello che so io di bagnetti e di bambini...
Marlowe scaccia via la bottiglia e ricomincia a lamentarsi.
Non è un pianto plateale stavolta, ma una lagna infastidita.
“Oddio.... che c’è ora?”
“L’ha finito?”
“No, l’ha allontanato... si strofina gli occhi”
“Probabilmente ha sonno”
“Che devo fare?”
“Prenderla in braccio e cantarle qualcosa...?”
“Cantare?”
“Una canzoncina per bambini”
“Pensavo più...”
“Lascia stare. Tu culli, io canto”
“Ok...” Mistress!
“Mi può sentire”
“Un attimo... Vai, sei in vivavoce”
Farfallina bianca bianca
Vola vola
Mai si stanca
Canticchia con un filo di voce, Viola.
Bassa bassa e melodiosa.
Ipnotica.
Vola qua vola là
Sopra un fiore
Si poserà
Marlowe poggia la testolina sulla mia spalla.
Dormono le case, dorme la città
Solo un orologio suona e fa
TIC TAC
Intanto la nostra babysitter telefonica è passata al brano successivo.
Ma tu sei la mamma e non dormi mai
Che sonno!
Dormi dormi, bel bambino
Fai la nanna, piccolino
Fai la ninna e fai la nanna
Fra le braccia della mamma
“Dorme?”
“Eh?!”
“Bob, si è addormentata?”
“Ehm... sì! Ed io quasi”
Senza quasi.
“La metto nel suo lettino”
“Ok”
“Ehm... resti in linea?”
Sorride, lo sento anche se è all’altro capo del telefono.
“Certo, resto in linea, Bob”
Ma che sto facendo?
Mica posso continuare questa conversazione... o sì?!
“Sono esausto”
Mi lascio cadere sul letto a braccia e gambe spalancate.
Tranne per la mano che tiene il cellulare.
“Perché fai questo lavoro, Viola?”
“Mi piace aiutare le persone”
“Aiutare?!”
“Sì, faccio loro compagnia... e poi mi piace conoscerle, capirle, studiarle”
“Capire? Che puoi capire attraverso una cornetta?”
“Si capiscono tante cose di una persona dalla sua voce, Bob”
“Ad esempio? Che si capisce di me?”
“Mm... che sei stanco. E che hai bisogno di rilassarti. Mi permetti di prendermi cura di te, Bob? Vuoi?”
“Io...” nochenonpossoio... “Sì!”
“Chiudi gli occhi, allora”
“Io non penso...”
“Sh... chiudi gli occhi... non succederà nulla che tu non voglia, Bob, lo prometto”
La sua voce è una corrente elettrica che mi attraversa il corpo da capo a piedi, cellula per cellula.
“Bravo, Bambino, puoi sentirmi? Sono lì con te...”
E’ assurdo, è totalmente folle ma... “Ti sento”
“Sì... lo so, sono...”
“Sopra di me...”
“Esatto...” il compiacimento che promana è dolce ed inebriante “e sono piccola, ma agile”
Sospiro.
“Così... ora posso sussurrarti all’orecchio e poi con la punta del naso tracciarne il contorno fino al lobo...” oddio... “e lasciare piccoli baci lungo il confine tra la barba ed il collo...”
“Come sai che...?!”
“Mm... è morbida la tua barba, mi piace strofinarci la guancia e fare lo stesso col mio corpo sopra il tuo, Bob. A te piace?”
Nonèpossibile...
“Le mie dita stanno scendendo fino all’orlo inferiore della tua T-shirt adesso... la sollevano...mm... arrivo all’ombelico... anche la tua peluria è soffice, Bob...”
Non so per quale riflesso del mio corpo o malfunzionamento della mia mente sussulto al solo pensiero del contatto con la sua pelle.
“Sei sensibile qui, non è vero?”
“Ehm...”
“Che ne diresti se cominciassi a giocare con il bottone dei tuoi jeans? Sei eccitato, Bob?”
“NO!”
Iostoscoppiando!
“No?”
“Sì! DioSì!”
Ride, come solo Viola sa ridere. Accidenti a lei!
“Ok... solo, non essere troppo rumoroso... C’è una bambina di là, ricordi?”
“Ma che...?!”
“Sh... e chiudi gli occhi...”
“Come sapevi che li avevo aperti?”
“Istinto... chiudi gli occhi o mi fermerò”
“Chiusi”
“Obbediente il mio Bambino... Meriti un bel premio non ti pare? E’ ora di dare un po’ di sollievo al nostro piccolo Bob...”
“Ehi, piccolo... no!”
“E va bene, grande Bob, vieni fuori!”
E’ assurdo, è totalmente folle e sinceramente sconcertante ma nel momento in cui la mia erezione viene liberata, quello che registrano i miei sensi non sono le mie dita e le mie azioni, ma le sue.
L’impulso di guardare è fortissimo.
“Non sbirciare, Bob, o mi dovrò fermare”
“Ok... Mistress!”
Riesco ad anticipare il suo sorriso nella mia mente e questo raddoppia il piacere dell’udirlo.
“Ora, Bob, voglio che tu mi guidi, che tu mi dica quello che ti piace, capisci?”
“Ehm...”
“Cosa vorresti che accadesse?”
“Oh... io ... vorrei sentire le tue mani su di me... attorno a me...”
“Sì... sei incredibilmente caldo, Bob, lo sai? E ora... vuoi che stringa?”“Sì...”
“E che vada su e giù... dapprima lentamente e poi...”
“Di più”
“Stringo di più... o mi muovo di più?”
“Mm... entrambe”
“Va bene...”
La sua voce è un sussurro nella mia testa, il mio mondo ridotto a questo, nient’altro.
“Vuoi che mi avvicini con le mie labbra, lo vuoi?”
“Oddio...”
“Lo prendo come un sì, piccolo... grande Bob, sei davvero un bel bambino, grosso e dritto, ora fammi sentire se sei anche buono”Sìììììììììì....
“Riesci a sentire la mia lingua assaggiarti sulla punta, Bob, puoi?”
“Sì... oh sì! Tu...”
“Mm.... dillo Bob!”
“Voglio sentire la tua bocca, voglio che tu lo prenda...”
“Solo un po’...?”
“Tutto... tutto quanto! Voglio sentirti succhiare...”
“Piano, Bambino, ora sei precipitoso... Io invece scenderò a leccare la tua base...”
“Hum... no!”
“E giù... fino ai testicoli... sembrano fatti per stare nella mia bocca, Bob...”
Morirò... lo sento... e sarà per un pompino immaginario!
“Mm... sei un Bambino paziente in fondo, perciò da qui in avanti potrai guidarmi, ti lascerò accarezzare la mia testa e dare il ritmo al mio lavoro...”
“Ohsì!”
“E se mi farai sentire quanto ti piace... se mi farai sentire che ti piace tanto allora lascerò che sia tu a scopare me”
“OhSignore!”
“Sì... così... sono brava, Bob?”
“Bravissima”
“Di più?”
“Di più!”
Nemmeno io ci credo eppure ormai entrambi affanniamo.
“Ora puoi farlo tu”
“Sì....”
Io non la conosco, non so nemmeno che viso immaginare ed in effetti non sto immaginando niente.
“Tutto quanto, tutto quello che hai, Bob, tutto...”
Tutto... tutto quello che mi eccita è quello che sento, e quello che mi fa sentire la sua voce è il vortice dell’eccitazione che sale sale sale.
“Lascia che io abbia tutto di te, tutto insieme e solo per un momento... Lascia che tutto il resto del mondo sparisca, ci sono solo io che mi prendo cura di te...”
“Ci sei tu... ed io...”
“E tu che ti abbandoni a me”
Nell’istante in cui lo dice succede, come una magia, come un fottuto incantesimo!
Il ritorno sulla terra è talmente silenzioso che per un istante temo che si sia interrotta la comunicazione.
“Viola?”
“Eccomi...”
“Viola...”
Viola che ride, Viola che canta, Viola che ti scopa al telefono.
“Ti voglio sposare”
“Ci conto”
“Mm...”
“Bob... ti stai addormentando?”
“Mm... sì... Buonanotte”
“Buonanotte, Robert”

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